Sexualmentes parlando.

6 maggio 2012

Punto G: una storia lunga 60 anni. Il punto G esiste? Dove si trova?

C’è sempre qualcosa di buono da gustare… <3Circa 60 anni fa il ginecologo tedesco Ernst Grafenberg ipotizzò l’esistenza di una piccola area sulla parete anteriore vaginale, identificandola come zona erogena.

A partire da questa scoperta, negli anni ‘80 gli statunitensi Whipple, Ladas e Perry denominarono tale aerea “punto Grafenberg”, e il loro libro “The G spot”, denso di testimonianze e suggerimenti pratici, ebbe un gran successo in tutto il mondo.  L’acceso dibattito scientifico che ne derivò tra sostenitori e denigratori  è ancora oggi molto vivace.

Nel 2008 un gruppo di ricercatori italiani, guidati dal Prof. Jannini, riuscirono a fotografare tale zona tramite l’ecografia trans vaginale e all’analisi  della struttura tissutale questa risultò composta da una sorta di corpi cavernosi, simili a quelli del pene, che se stimolati si inturgidiscono e aumentano il loro volume.

La questione sembrava finalmente risolta quando, meno di un anno dopo, i ricercatori del King’s College guidati da Andrea Burri smentirono nuovamente l’esistenza del punto-G pubblicando i risultati di un imponente studio condotto su circa 900 coppie di gemelle. I dati indicarono che nelle coppie omozigote, quindi con lo stesso corredo genetico, nella maggior parte dei casi solo una delle due sorelle riferiva di avere il punto G. Questo elemento costituiva per gli Autori la prova scientifica  che tale zona di piacere non è altro che frutto di una percezione soggettiva della donna e non una realtà anatomica.

E’ di pochi giorni fa l’ultimo contributo a questo interessantissimo dibattito pubblicatoquello che amo fare…mmmmmmmm nella prestigiosa rivista  Journal of Sexual Medicine . Adam Ostrzenski, ginecologo dell’Institute of Gynecology di St. Petersburg in Florida, ha dichiarato di aver individuato una volta per tutte localizzazione e dimensione del punto G.
Si trova a circa 2 centimetri e mezzo di profondità dall’imbocco vaginale, sotto lo sbocco dell’uretra e sotto l’osso pubico,  è mediamente lungo 8.1 mm, largo da 3.6 a 1.5 mm e alto 0.4 mm. La donna potrebbe inserire il dito medio in vagina e, spostandosi internamente in direzione dell’ombelico, potrebbe notare un bottoncino di consistenza spongiosa assai diversa da quella delle pareti vaginali: ecco il punto G.

Lo studio di Ostrzenski sembra dare ulteriore e definitiva conferma dell’esistenza del punto-G ma, quello che resta da chiarire, è se questa zona sia presente in tutte le donne o se è invece riscontrabile solo in una piccola parte dell’universo femminile. I racconti delle dirette interessate in effetti divergono e non di poco. Molte individuano un piacere molto specifico in quest’area e testimoniano anche di un’eiaculazione al momento dell’orgasmo. Altre invece ritengono la loro vagina poco reattiva e confidano molto di più sulla stimolazione clitoridea.

Il coinvolgimento e il piacere sessuale, maschile o femminile che sia, investe sempre il cervello che può anche inibire o incentivare la scoperta delle proprie zone erogene per avere un buon rapporto col proprio corpo e con la sessualità: nel caso del punto G l’ultima parola deve restare alle donne in ogni caso!

repubblica.it

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