Sexualmentes parlando.

11 marzo 2012

Guida // Masturbazione femminile - Come toccare una donna, cosa fare e cosa non fare.

Questa puntata e’ dedicata ai maschietti. Il nostro obbiettivo e’ di toccarla fino a farla venire in un orgasmo epico. Questo sara’ il vostro biglietto da visita.Prima di tutto serve la situazione adatta. L’intimita’ e’ fondamentale (ma solo le prime volte). Non cercate di infilarle le mani tra le gambe davanti ad altre persone (tipo bar, ascensore, cinema). Ma se il contesto e’ quello giusto, non esitate.

La cosa peggiore che potete fare a una donna, e’ mostrarvi irresoluti, imbranati, tentennanti. Iniziate toccadole il corpo, scaldandole le spalle, il collo, la schiena. Non buttatevi a capofitto sulle zone erogene senza averla messa a proprio agio. Non smettere mai di baciarla.

Tette: per toccarle, non buttarcisi sopra come un bambino in cerca di una mammella, ma iniziate a toccare tutto intorno, sfiorando ogni tanto la parte inferiore del seno. Giocateci su (fatela arrapare prima ancora di averla toccata) e, con il polpastrello, toccatele delicatamente il capezzolo, aumentando di intensita’ mano mano che diventa turgido. Il tutto deve avvenire a stretto contatto fisico.

A questo punto potete farle sentire sulla coscia il vostro membro (il mio l’ho chiamato Dillinger), che ormai sara’ di marmo. Ma non e’ giunto il momento di usarlo. Stasera sarete molto altruisti (ma vi garantisco che la pippa che vi farete a casa sara’ spettacolare). Portate pazienza.

Se tutto va bene, il suo respiro adesso e’ un po’ affannato. E’ pronta. In teoria le sue mutandine dovrebbero gia’ essere umide. Se ha i jeans toccatela sul tessuto, attenti a non farle male con la cucitura. Aprite in modo sexy i bottoni e infilatele piano una mano sopra (mi raccomando sopra) le mutande.

Se ha la gonna e’ tutto piu’ facile. Guadagnate subito la pelle (non alzandole la gonna ma infilandole una mano sotto), e toccatela intorno alla micina. Ancora giu’ le mani da clitoride, grandi labbra e compagnia bella. Accarezzate delicatamente l’interno coscia guadagnando millimetri e iniziate e sfiorare la parte delle mutandine che ora e’ gonfia e vogliosa.

Sia in caso di jeans che di gonna, e’ finalmente arrivato il momento di infilarle una mano nelle mutandine e cominciare gentilmente a cercare il clitoride. State scoprendo come e’ fatta questa nuova patatina. Ce ne sono di tutti i tipi, con clitoridi enormi o minuscoli, bagnate come un ghiacciolo al sole o asciutte come un millefoglie senza crema. Se e’ particolarmente diversa da quelle conosciute fino adesso, non panicate: diverso e’ bello, ma il procedimento e’ sempre standard.

La cosa fondamentale e’ il ritmo. Movimento rotatorio sempre nello stesso senso, lentamente e delicatamente. Non fate troppa pressione nei momenti iniziali e non prendete un ritmo da frullino. Fate durare questa prima fase poco piu’ di un minuto (mi raccomando delicati). In caso di millefoglie senza crema, inumiditevi le dita con la saliva e aiutate il processo. Evitate di continuare per troppo tempo a toccare una donna che non e’ per niente bagnata. Puo’ essere molto fastidioso.

Diciamo che a questo punto e’ bagnata e arrapata. Tirate fuori la mano dalle mutadine e fatela rientare non piu’ da sopra ma dal bordo laterale. Vi si apre uno scenario di grandi labbra bagnate e inedite morbidezze. Massaggiate l’ingresso del piacere con le dita appena dentro, e tornate con le dita bagnate a stimolare il clitoride. Dopo un po’ di avanti e indietro (lei ormai dovrebbe ansimare), infilate un dito dentro, e se e’ molto grande e bagnata, due. Con delicatezza e decisione.

Sappiate che il puntoG e’ nei paraggi, dietro l’osso pubico. Cio’ significa che non dovete tentare di arrivare al collo dell’utero, in alto, ma stimolare essenzialmente la parete anteriore. Per intenderci, la parte dietro al clitoride.
Non fate sentire di aver fretta di farla venire. L’ansia e la fretta inibiscono qualsiasi orgasmo. Godetevi questo momento in cui il suo piacere e’ nelle vostre mani. Ricordatevi anche che il suo godimento non e’ proporzionale alla velocita’ dei vostri movimenti. Potete anche fermarvi per brevi istanti per farla agognare. Ma attenzione, mantenete il filo teso: per una donna, come per un uomo, uscire dall’arrapamento puo’ essere un click.

Ora, per farla impazzire, con le due dita dentro e movimento coordinato, stimolate con il pollice il clitoride. I vostri movimenti possono farsi a questo punto piu’ decisi. Mettete da parte un po’ della gentilezza iniziale. Aumentate il ritmo.

Ora e’ una questione di sensibilita’. Forse la maggior parte delle donne verra’ essenzialmente per la stimolazione clitoridea, ma ce ne sono altre a cui piacciono di piu’ le dita dentro. Una cosa e’ certa: la combinazione e’ vincente. Ma tra tutti i movimenti che avrete improvvisato fin’ora, ce ne saranno alcuni che la fanno ansimare di piu’. Scommettete su quelli. Nel 90% dei casi le due dita zuppe che massaggiano molto intensamente il clitoride, di li’ a poco, faranno esplodere la vostra bella in un profondo e intenso piacere.

Durante l’orgasmo stringetela forte e, quando lei comincia a irrigidire e chiudere le gambe, arrestate i movimenti bruschi della mano. Aspettate che l’orgasmo sia finito per togliere delicatamente le dita da dentro, ma ma non levate la mano. Lasciatela li’ e stringetela per regalarle le ultime saette di piacere.

Abbiate la sensibilita’ di capire quando vuole essere lasciata in pace. Se fuma, offritele una sigaretta e ditele quanto e’ stato bello farla venire.

Cosa non fare assolutamente:
  • Cercare selvaggiamene di infilarle dita dentro. Il piacere non e’ li’.
  • Sgrillettare il clitoride asciutto all’impazzata. Non e’ il vostro antistress.
  • Fare cose troppo pornografiche per il vostro grado di intimita’, tipo infilarle in bocca le vostre dita bagnate dei suoi umori. Magari non gradisce.
  • Prendere le mutandine e tirarle come un elastico. E’ arrapante una volta su 100.
  • Mostrarsi insicuri, impauriti, con le mani tremolanti: per venire lei deve avere l’impressione che voi sappiate perfettamente quello che state facendo.

fonti

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